I Locali della Versilia che (probabilmente) non rivedremo mai più

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I Locali della Versilia che (probabilmente) non rivedremo mai più

Alcune si sono trasformate, altre hanno chiuso i battenti e non le rivedremo mai più. Altre ancora sembrano lasciarci un barlume di speranza.

Sono decine le discoteche della Versilia che non esistono più o che hanno modificato nel corso degli anni il loro nome e la loro struttura. Qui di seguito proveremo, se la memoria ci assiste, a fare un piccolo elenco dei locali ormai passati “a miglior vita”, considerando il trend non proprio ottimistico dei locali notturni negli ultimi due decenni.

∞ Victoria

Già St. Louis, fu preso in gestione nel 1985 da Renzo Sacchetti in società con Alfredo Montaresi ed il figlio Gianluca. Situato in località Focette, lanciò tendenze come lo zibaldone, all’epoca sconosciuto in Versilia, con protagonista uno dei dj che ancora oggi è sulla cresta dell’onda: Marco Bresciani

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∞ Papillon

Il Papillon, ancora oggi in attività, è un’altra scommessa vincente di Renzo Sacchetti, già gestore del Victoria. All’epoca si chiamava Kiss e, a detta di Sacchetti, era un locale scalcinato aperto una sola volta a settimana. Dopo gli investimenti necessari il locale di Piano di Mommio vide andare in scena un revival anni Sessanta, interpretato tra gli altri Edoardo Vianello, Bobby Solo, Riccardo Fogli, Mal, Franco Califano, Don Backy, i Ricchi e Poveri, i Cugini di Campagna e Fausto Leali.

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∞ La Canniccia

Una delle scomparse più compiante della Versilia è sicuramente La Canniccia: prima, vera biodiscoteca della zona, creata dalla famiglia Galeotti su 4000 mq di parco diventa ben presto una delle più frequentate d’Italia negli anni 80. Uno dei pochi locali “tamarri” della Versilia, attirava il suo pubblico da tutta la toscana e liguria grazie anche ad ospiti di livello come Bob Sinclar. Verso il 2010 iniziano i primi sentori di crisi ed a nulla varrà il tentativo di rilancio con “Canniccia Club Culture”. Oggi La Canniccia è un rudere in totale stato di abbandono a fianco dell’uscita autostradale Versilia.

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∞ Tamanaco

Il prestigioso Tamanaco di Marina di Pietrasanta ha visto tra i suoi clienti anche tanti grandi nomi, come Greta Garbo ed Adriano Celentano, fino a quel Sabato 19 Giugno 1971 in cui il proprietario, Enrico Belluomini, decise di cambiare rotta e far sorgere al suo posto un locale che molto probabilmente conoscerete: il Seven Apples.

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∞ La Cicala
Se in pochi ricordano La Cicala, ancora meno di voi ricorderanno i suoi volti precedenti Pop In e Ikebana. Più probabilmente conoscerete la sua veste successiva, il Vogue.
Vero e proprio tempio della musica progressive, era sinonimo di trasgressione e tendenza della Versilia anni 90, come lasciava intendere il suo famoso slogan “musica per ballare, musica da ascoltare”. Il locale subì un ultimo ma significativo cambio di rotta prima di essere quello che oggi tutti conoscono e frequentano (o vorrebbero frequentare): il Twiga Beach Club

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∞ Kama Kama
Prima conosciuto come Linus Club e Spazio 213, il Kama Kama rappresentava una totale innovazione, un modo unico ed irripetibile di vivere la notte. Si riuscì a distinguere dai meno “stilosi” Jaiss, Torquemada e Duplè innalzandosi fino alla fama nazionale. “Il Kama ti ama” era l’inno di tutti quei giovani amanti della musica progressive che varcavano le porte dello storico locale che vide svanire ogni possibilità di riqualificazione dopo l’incendio dell’Ottobre 2012.

 

∞ Agorà
Qui i nomi da ricordare sono davvero molti: dapprima Tucano, poi Bottoms Up. E ancora Agorà, Nabilia, Goss, Extè, Baronette Club, Kokko Beach. Oggi tornato nuovamente Tucano Beach Club, nome dell’omonimo stabilimento balneare annesso, è sede di alcuni eventi, principalmente nei mesi estivi, dedicati ad una clientela giovane.

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∞ Carillon
Il Carillon è stato uno dei locali – simbolo della Versilia degli anni ruggenti. Ci passò una notte anche Sylvester Stallone, negli anni del suo massimo splendore cinematografico. Divenne per un periodo Fever, nome che voleva sottolineare la forte identità house che esprimeva in quel periodo, per diventare Faruk, con il suo famoso logo: il “fagiolino con il fez”.
Ad oggi il Faruk è aperto solamente come stabilimento balneare e non ci sono voci di una riapertura della discoteca.

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∞ Piper
Il locale, nato nel 1965 come succursale dell’omonimo Piper di Roma, viene poi inaugurato con il nome di Piper2000 nel 1970 e vide esibirsi tutti quegli astri nascenti che avrebbero poi segnato la storia della musica italiana ed internazionale: Genesis, Dik Dik, New Trolls, Patty Pravo e tanti altri ancora. Il locale sembrava destinato ad un fiorente successo, quando dopo una memorabile estate 1972 si vide chiudere i battenti.
Anni dopo tentò la riapertura come night club sotto il nome di Caprice, che però ebbe vita breve a causa di svariate problematiche giudiziarie ed economiche. Nemmeno il timido tentativo di riapertura nel 2010 è riuscito a riportare in pista lo storico locale di Città Giardino, che al momento giace nell’oblio.

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∞ Il Cavalluccio Marino
Un grandissimo capannone azzurro su due piani, inaugurava invece il concetto di “discoteca”: assieme a la Bussola, il Bussolotto e il Linus, dalla fine degli anni ’60 il Cavalluccio Marino di Lido di Camaiore rappresentava il ritrovo. Ampi spazi per scatenarsi nelle danze, impianto musicale all’avanguardia e pezzi di Donna Summer, Gloria Gaynor, Barry White con il tocco trash e molto anni ‘70 del tetto apribile, che lasciava vedere le stelle. In estate si ballava addirittura sei giorni su sette, fino a che anche il Cavalluccio vide chiudersi i battenti. Ancora oggi potete trovare il Cavalluccio aperto in veste di stabilimento balneare e ristorante.

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∞ Dive
A fianco allo stabilimento balneare Palazzo della Spiaggia di Marina di Pietrasanta troviamo ciò che resta del Dive. Conosciuta anche con i nomi di Tresor, Tiamo e Shà la struttura presentava 3 sale discoteca ed un’area ristorante con atmosfere ambient e chill out. Resta riconoscibile ancora oggi dall’enorme volto in pietra situato al suo ingresso.

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∞ Hop Frog
L’Hop Frog è stato un circolo culturale attivo negli anni 70 e 80, fondato da Giampiero Torri nel 1967 al piano superiore del Teatro Politeama di Viareggio.
E’ principalmente noto per i concerti di musica jazz di musicisti italiani e stranieri oltre che per i seminari musicali che vi si tenevano, ha svolto anche attività di cabaret e teatro con esibizioni di artisti italiani allora giovani, poi divenuti famosi, come Carlo Verdone e Roberto Benigni. Solo durante i fine settimana il circolo si trasformava in una discoteca vera e propria.

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∞ Midho
Sotto il suo nome originale La Caravella, questo club ha attirato durante gli anni ruggenti sia le grandi folle che celebrità di tutto il mondo. Si trova sul lungomare di Forte dei Marmi, vicino ad un altro club “cult” della Versilia, La Capannina di Franceschi.
Divenuto Midho conquistò ben presto una reputazione di raffinatezza ed esclusività, in parte grazie al suo elegante design: divani in bambù e tessuto e tavoli alla moda circondavano la sala da ballo, con candele su ogni tavolo a completare l’atmosfera magica.
Negli ultimi decenni, sotto l’attenta supervisione di Alberto Cavallini, il Midho divenne punto di riferimento per la vita notturna, vedendosi anche rinnovare nel look, fino alla definitiva chiusura.

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Conosci altri locali che hanno fatto lo storia delle discoteche di Versilia e dintorni che ci siamo dimenticati di menzionare? Lasciaci un commento.

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